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Racconti

Due anni in Erasmus: il racconto di Elisa

Elisa

Io ed Elisa ci siamo conosciute durante uno dei percorsi più significativi nella vita di uno studente: l’esperienza Erasmus. Lei di Milano, allora studentessa dell’Università degli Studi di Milano, e io di Reggio Emilia, studentessa in una piccola città bavarese, ci siamo ritrovate a passare cinque mesi insieme, condividendo risate, ansie, viaggi e insicurezze in un Paese per noi nuovo ed esaltante: la Francia.

Ho chiesto a Elisa di raccontare al meglio l’esperienza Erasmus, lei che dopo quasi un anno in Francia, durante la Magistrale ha deciso di partire di nuovo. Questa volta, l’Erasmus l’ha portata in Austria dove, per un segno del destino, ha deciso di restare. In questo blog post, Elisa ci racconta quindi la sua esperienza Erasmus, con annessi e connessi, per farti capire quanto è importante un’esperienza del genere, ma anche per darti modo di capire cosa aspettarti da essa.

Di cosa parliamo in questo articolo? ?

L’esperienza Erasmus di Elisa

Raccontaci un po’ del tuo percorso universitario: che strada hai seguito e, soprattutto, dove ti ha portato?

Ho fatto la Triennale in Mediazione linguistica e culturale all’Università degli Studi di Milano. Dopodiché ho deciso di continuare con una Magistrale in Management per il turismo internazionale a Brescia, presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore. Durante i due percorsi di studio ho deciso di sfruttare l’esperienza Erasmus: durante la Triennale ho trascorso due semestri a Strasburgo, in Francia, e durante la Magistrale ho fatto uno stage di due mesi a Monaco di Baviera per poi partire per un altro Erasmus, questa volta a Klagenfurt, in Austria. Questo perché, di base, studio lingue, una passione che ho da sempre. Sono una di quelle persone che pensa che, se vuoi lavorare con le lingue (come ha fatto Silvia, di cui ho raccontato il percorso qui) devi almeno fare un’esperienza all’estero, come minimo. E proprio per questo ho voluto approfittare fin da subito delle opportunità che offriva l’università.

Quindi hai deciso di partire per Paesi molto diversi tra loro: Francia, poi Austria. Come mai?

Principalmente perché il francese e il tedesco sono le due lingue che studio. In Triennale mi sentivo ancora molto debole con il tedesco, per questo ho puntato sulla Francia, dove sapevo che me la sarei cavata meglio. Ho scelto però in particolar modo Strasburgo proprio per la sua caratteristica di essere un ponte di mezzo tra Francia e Germania. Al tempo mi sembrava la destinazione perfetta, poi in realtà ho scoperto che Strasburgo è 100% francese. Nonostante questo, mi esaltava il fatto di poter prendere un tram ed essere in 10 minuti in Germania. In Magistrale però, a un certo punto, mi sono detta che dovevo fare il grande passo: dopo tanti anni per me era impensabile non parlare ancora bene il tedesco. Non mi sentivo sicura delle mie abilità linguistiche, per questo ho prima deciso di fare un corso estivo di tedesco a Passau, in Germania, per poi partire per uno stage a Monaco, dove sono rimasta due mesi. Dopo queste esperienze ho deciso quindi di partire per un altro Erasmus, questa volta a Klagenfurt, in Austria.

Se potessi confrontare le due esperienze Erasmus, ce n’è una che ti è piaciuta più dell’altra?

È difficile paragonare le due esperienze. In primis perché sono avvenute in due situazioni molto differenti: in Francia la situazione, nel 2017, era “normale”, in Austria ho dovuto fare i conti con l’università chiusa per causa pandemia. Ma se dovessi dire quali dei due ho preferito, direi quello in Austria. Semplicemente perché i due Erasmus sono stati organizzati in modo completamente diverso. A Strasburgo non ci siamo sentite coinvolte, c’erano poche possibilità di scambio con altri studenti Erasmus. Ma devo anche ammettere che non abbiamo colto tutte le occasioni che potevamo cogliere per conoscere più persone e non restare solo tra italiani. In Austria invece ho fatto in tempo a vivere l’Erasmus vero e proprio, prima che scoppiasse la pandemia. Le prime due-tre settimane qui sono state un susseguirsi di incontri, feste, eventi che mi hanno permesso di conoscere tante persone e gordermi al meglio l’esperienza, fin da subito.
In ogni caso, rifarei ognuna di queste esperienze, perché tutte e due, a modo loro, mi hanno arricchito. E di questo ne sono grata.

L’Erasmus ti ha portato a una grande svolta: hai deciso di rimanere in Austria, subito dopo la fine della tua esperienza. Come mai hai preso questa decisione?

Per diversi motivi, in realtà. Quello principale però è l’amore: qui ho conosciuto il mio ragazzo e la decisione di restare, anche data la situazione, è stata più che naturale. In più io, essendo al termine dei miei studi, ho deciso di scrivere la mia tesi qui, cercando allo stesso tempo un lavoro grazie al quale poter migliorare il mio tedesco. Le motivazioni per restare erano quindi di più rispetto a quelle di ritornare a casa. Tornare in Italia non mi avrebbe dato nulla in più, qui invece sento di potermi arricchire, soprattutto per quanto riguarda il lavoro. E sono felice di essere rimasta qui, nonostante la situazione attuale.

La situazione attuale infatti non è facile, tu hai vissuto l’inizio della pandemia proprio a Klagenfurt. È stato difficile?

Sì, è stato difficile, ma non più di tanto. Subito dopo l’inizio della pandemia, molti miei compagni Erasmus sono voluti tornare a casa. I primi mesi di quarantena non sono stati facili: non c’era sicurezza e non si aveva davvero voglia di uscire o incontrare persone, nonostante la situazione fosse meno seria, rispetto all’Italia. Per non parlare della preoccupazione per la mia famiglia a Milano. Se devo però vederla in modo positivo, devo dire che la situazione mi ha dato modo di avvicinarmi di più alle persone che avevo conosciuto all’inizio dell’Erasmus. Tra queste, anche il mio attuale ragazzo (sorride).

Se dovessi consigliare un/a giovane riguardo l’Erasmus, cosa diresti?

Fallo davvero quando te la senti di fare, nei tempi in cui ti senti di farlo. Non seguire la scia degli altri solo perché va di moda fare l’Erasmus. Molti mi avevano sconsigliato di partire per la Francia durante l’ultimo anno di università, ma semplicemente prima non ero pronta. Ed è andato benissimo lo stesso. E, non ho dubbi, è un’esperienza che consiglio a tutti. Perché ti può davvero svoltare la vita: vedi me, che ho deciso di restare. Su un piano personale, questa esperienza ti offre davvero tanto.

Perché che ti apre la mente, ti fa capire che fuori dai confini italiani c’è un mondo da scoprire che va oltre gli stereotipi che ci inculcano durante tutta la nostra vita. Poi, anche da un punto di vista lavorativo, ti aiuta davvero ad ampliare i propri orizzonti. Impari ad adattarti, ma anche a conoscerti meglio ed essere orgoglioso delle tue origini. È anche per questo un viaggio interiore, alla scoperta di quello che ti piace e quello che ti manca davvero di casa.

Per vivertela al meglio, ti consiglio di prendere al volo ogni opportunità che ti viene offerta durante l’Erasmus. Vai oltre la timidezza, mettiti in gioco ed esci dal tuo guscio. Conosci persone da tutto il mondo (non solo italiani!), partecipa a eventi e VIVI l’università in un modo nuovo. Goditela appieno, perché l’esperienza Erasmus è solo una nella vita (o anche due, chi lo sa!).


Ti è piaciuta l’intervista? Condividila con i tuoi amici dell’università per convincerli a organizzare insieme l’Erasmus! E se desideri ascoltare altri racconti Erasmus di studenti italiani, entra a far parte del gruppo Facebook Studenti italiani in Germania e scrivi direttamente a loro!

2 commenti

  • Giulio

    Ciao ragazze
    congratulazioni per il vostro entusiasmo e la vostra capacità di raccontare coinvolgendo emotivamente il lettore.

    Vi chiedo per favore se vi andrebbe di raccontarmi brevemente i ricordi più belli di studio all’ estero per il mio blog per farne un file audio da pubblicare on line. Grazie a voi comunque!

    • Ilenia

      Ciao Giulio,

      grazie per il tuo commento! Volentieri posso raccontarti le mie esperienze di studio all’estero – a Elisa posso chiedere la disponibilità. Per tutti i dettagli puoi scrivermi una mail a info@writingmora.com

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